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Nel mondo c'è tanta gente che "dice" di saper fare cose straordinarie, ma sono in pochi quelli che le sanno fare realmente...

Brescia, un'altra terra dei fuochi

apr 202016

Brescia è una città meravigliosa, non è molto grande ma forse è proprio per questo che piace tanto ai turisti che viaggiano nel nord Italia. Ma per chi ci vive quella città è diventata un incubo, perché il livello di inquinamento da rifiuti tossici è veramente preoccupante. Non molti Italiani se lo ricordano ma in quella città c'è una ditta che si chiama Caffaro che per cinquant'anni ha prodotto un olio sintetico per uso industriale chiamato PCB (policlorobifenile) su licenza della società americana Monsanto che veniva comunemente impiegato nell'industra elettrotecnica perché aveva proprietà chimico-fisiche estremamente interessanti (alta rigidità dielettrica, ottimo conduttore termico), veniva utilizzato nei vecchi trasformatori dell'Enel, nei condensatori di rifasamento delle abitazioni e dei capannoni industriali, oltre che in moltissimi condensatori ad alto voltaggio presenti nei vecchi televisori e in altri elettrodomestici. Ebbene questa sostanza nei primi anni '80 è stata vietata perché ritenuta altamente tossica e cancerogena, la molecola è simile a quella della diossina ma è molto più pericolosa al punto che è stata definita "xenobiotica", ovvero "nemica della vita". Essa si lega molto bene al DNA dei grassi organici e spesso rimane inerte per molti anni, salvo poi ad attivarsi all'improvviso causando tumori di qualsiasi tipo e in qualsiasi parte del corpo.

Ebbene la Caffaro ha ignorato il divieto di produzione per molti anni durante i quali per imprudenza e per difetto di alcune cisterne ha sversato nel terreno e nelle falde acquifere migliaia di tonnellate di questa sostanza che si trovano ancora lì nel terreno. In passato si è tentato di bonificare questi terreni contaminati ma poi ci si è resi conto che sarebbe costato uno sproposito e quindi... si è lasciato perdere. Per chi volesse saperne di più ecco un bel servizio di Presa Diretta.

Ma purtroppo non finisce qui. A Brescia si trova anche un enorme inceneritore (oggi definito "termovalorizzatore" per non destare sospetti), pare che sia il più grande d'Europa, con una capacità di smaltimento di quasi 800 mila tonnellate di rifiuti all'anno. Dall'autostrada A4 in prossimità dell'uscita di Brescia ovest si vede benissimo svettare una torre gigantesca che contiene i "comignoli" di questo inceneritore. Quasi sempre su questi comignoli si vede uscire un denso fumo bianco, la società che gestisce questo inceneritore (A2A) dice che si tratta solo di vapore acqueo. Però in passato pare che si sia visto uscire chiaramente del denso fumo nero che non ha certo rasserenato gli abitanti di Brescia. Io lì ci sono stato per ragioni di lavoro, avevo una stanza in un albergo vicino a Castel Mella (Fornaci)... Non sempre, ma qualche volta la sera c'era un forte odore chimico nell'aria che mi prendeva alla gola quando uscivo a fare due passi e il dubbio che questo forte odore venisse da quell'impianto mi è venuto più di una volta. Poi d'inverno mi è capitato di vedere sui marciapiedi una sottile coltre bianca di neve, ma a quanto pare quella non era proprio... neve. Chi lavorava da quelle parti la chiamava "neve chimica", in pratica si trattava del vapore acqueo che usciva dai comignoli dell'inceneritore che si gelava e si depositava sul terreno sotto forma di neve, ma si vedeva chiaramente che non si trattava di "neve". Anche in questo caso per approfondire l'argomento vi segnalo un video molto eloquente girato da una TV locale:

Per vari motivi a Brescia non ci sono più stato da diversi anni ormai, ma oggi ripensando a tutto quello che ho visto in quella città devo ammettere di non essere poi così dispiaciuto... Ah dimenticavo: la zona industriale di Brescia è ancora piena di eternit. Dalla ferrovia si vede chiaramente che moltissimi capannoni industriali hanno ancora il tetto in eternit, alcuni addirittura sono fatti interamente in eternit...

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